K2 Turbo Dream 159
Attacchi: K2 Uprise
Boots: Salomon F22
Utilizzo e condizioni: riding primaverile su neve trasformata
Per chi è abituato da tempo al feeling delle tavole dotate di camber, cè sempre un minimo di diffidenza nei confronti di quelle col rocker….per quanto mi riguarda però, gli eventuali preconcetti svaniscono in pochi secondi per la curiosità che mi assale ogni volta che ho la possibilità di provarne una.
Ho avuto la possibilità di fare un test veloce con questa tavola che mi ha prestato un mio amico; la Turbo Dream è un all mountain rocker (flat tra gli attacchi e rocker su punta e coda) dal flex abbastanza sostenuto, sia longitudinalmente che in torsione. La prima impressione una volta partiti è quella di una tavola tuttaltro che amichevole, ma non appena si prende un po di velocità si scopre il vero carattere di questa Turbo Dream (accentuato nel mio caso dal fatto che per il mio peso sarebbe stata più indicata la 154) ed è una tavola che va condotta con decisione, anzi più il riding è deciso, più la tavola segue alla perfezione quello che volete fare, portandovi con una facilità quasi disarmante a viaggiare e trickeggiare a velocità di tutto rispetto: in conduzione é un binario ma i press risultano assolutamente intuitivi, con una gestione della presa di spigolo perfetta, ha un bel pop ed è stabile negli atterraggi e il galleggiamento è ottimo anche nella pesante fresca primaverile grazie al rocker, aiutato anche dal flex sostenuto che da la sensazione di un rocker più marcato, quasi come se il galleggiamento si spingesse fino tra gli attacchi.
Ottima anche la soletta, velocissima e abbstanza resistente agli abusi del riding bombardone che viene spontaneo con la Turbo Dream ai piedi…
Il prezzo da pagare per tutto questo ben di dio è che non è una tavola per tutti, se si perde di reattività sulle gambe è lei a portarvi in giro e si fa fatica a controllarla…questo comporta un dispendio di energie molto alto, specie se -come nel mio caso- il peso non vi aiuta. Ho anche avuto la sensazione che non sia un attrezzo che perdona molto gli errori, anche se la neve molto trasformata di questo periodo ha diminuito questa caratteristica.
In poche parole è una tavola non per tutti (chi preferisce il riding molto rilassato farebbe meglio a guardare altrove), ma al rider giusto regalerà soddisfazioni a non finire in ogni frangente dello snowboarding. Assolutamente da provare per chi proviene dalle tavole con camber, vi scatterà la voglia di rocker in non più di due discese.
Gli attacchi mi sono piaciuti, bisogna capire allinizio il funzionamento del sistema Auto ed è importante settare bene la strap di punta, ma una volta fatto questo basta posizionarla sulla punta dello scarpone prima di stringere la strap di caviglia (che è abbstanza confortevole) e la strap di punta si chiuderà automaticamente. Lattacco è leggero, abbstanza flessibile ma con un buon supporto in backside. Unaltra cosa interessante è il footbed inclinato verso linterno, di modo da rendere molto più confortevole lo stance soprattutto quando il passo va da 60 cm in su.
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