Off season longboard trip (skate the snow away)

Circa un paio di settimane fa, in trance snowboardistica da nevicate colossali, avevamo augurato a tutti un buon inizio di stagione e i presupposti c’erano tutti: fresca a non finire, comprensori aperti ovunque e tanta fotta. Tanto che anche io già mi vedevo sulla neve per una sana snowboardata infrasettimanale. Finalmente.

E invece no.

Non essere riuscito a recuperare per tempo un compare disposto a prendersi un giorno di ferie per andare in montagna e il recente aumento di temperature mi hanno fatto cambiare idea. Ed è così che è nata una delle skateate più insolite ed epiche di sempre, almeno per quanto mi riguarda. Anche perchè c’era qualcuno che potevo convincere facilmente.

Il buon Ugo è sempre molto sensibile all’argomento skate e nel giro di poche ore ci siamo organizzati.

Partenza da Reggio alle 10, alla volta dell’appennino, non le colline vicine, ma montagna vera e propria.

Man mano saliamo lungo la statale del Cerreto la neve a lato della strada aumenta, ma appena spunta il sole si sente che scalda tanto e passata Collagna ci mettiamo alla ricerca di uno spot skateabile, possibilmente al sole.

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Alle tavole il caldo fa spuntare le ruote…

Dopo mezz’ora di perlustrazione, battezziamo lo spot: circa 1 km, non larghissimo (anzi…), ma con un buon asfalto, con una buona visuale su quasi tutto il percorso, traffico praticamente assente (a meno che tre macchine in quasi tre ore di session vi sembrino troppe…) e neve tutto intorno.

Tempratura ideale, tanto che al sole si stava tranquillamente in felpa e nella risalita a piedi ce la si toglieva anche.

Iniziamo a girare con clama, sia per conoscere lo spot, sia per togliersi un po’ di ruggine e non schiantarsi alla prima run.

Il feeling comunque è buono e iniziamo a girare senza troppe soste, ma presto si pone un problema. La situazione è fighissima e meriterebbe qualche foto, ma chi si ferma per fare un paio di scatti?

Ci guardiamo in faccia ma nè io nè Ugo (che non ha con sè la GoPro) abbiamo voglia di interrompere la session.

Si continua a girare, con qualche run fatta un po’ alla cazzo e qualcuna che invece salta fuori proprio bene…e skateare in mezzo alla neve è un’esperienza che consiglio, perchè ti guardi intorno e le montagne innevate sono lì a due passi e pensi quanto sia strano essere così vicino agli impianti (il passo del Cerreto era a neanche mezz’ora di distanza) senza uno snowboard sotto i piedi, ma con un’altra tavola; pensi che un sole così all’inizio di dicembre non capita quasi mai. Oltretutto io pensavo a quello che avevo scritto pochi giorni prima e al fatto che già mi vedevo sulla neve, ma di certo non a questo modo.

E alla fine ho concluso di aver fatto la scelta migliore, non solo per la neve che oramai era più che trasformata, ma soprattutto per quanto ci stavamo divertendo.

Cacchio, dimenticavo le foto.

Facciamo un paio di video al volo, litigando però con la fotocamera e condendo il tutto con le imprecazioni più fantasiose; meno male che non passava nessuno.
Alla fine, l’unico scatto valido lo fa Ugo, togliendomi però la soddisfazione di una foto di un drift su un blocco di neve, a testmoniare lo spirito della giornata.

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Lo ammetto, ho voluto fare lo sburone…

Dopo tre orette di session decidiamo di fermarci a mangiare qualcosa e scendere verso casa, con l’obiettivo però di skateare un altro spot.
Bello. Ma molto più trafficato rispetto a quello della mattina.

(vorrei anche vedere)

Ad ogni modo non possiamo farci  scappare l’occasione di una run del genere, che per essere alle porte di Reggio non è cosa da poco; la macchina davanti a fare da apripista ed avvertire di eventuali altre macchine che salgono, casco e guanti ben allacciati e via!

L’inizio della run è un po’ palloso, ma da metà in avanti si viaggia forte, con diverse curve veloci (e un paio con tanto di bank) e il finale da tenere tutto in tuck. E con l’apripista si va tranquilli. Almeno in teoria, perchè se ti trovi una macchina dietro che ti sta a culo rischi di perdere la concentrazione.

Cosa che ovviamente mi succede dopo un paio di run, quando per mantenere la distanza dalla macchina dietro ho sbagliato un predrift, grattugiandomi per bene sull’asfalto. E dopo mi son sentito pure dire “ah, ma io non volevo metterti fretta…”.

Sticazzi non volevi mettermi fretta.

La giornata si chiude tra risate, birre e abrasioni (come spesso succede) e con l’insolita ma piacevole sensazione che per una volta tanto le cose non siano andate come mi aspettavo, ma decisamente meglio.

L'inveitabile finale.

L’inveitabile finale.

Se però ora tornasse a nevicare non sarebbe neanche male. 😉

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