Test 2008: Nitro Eero Ettala 155 + Nitro Raiden Blackhawk

Dati del rider: 180 cm *73kg, tavola Nitro Team 157+ (stance 64 cm, angolo degli attacchi +21/-21), boots Burton Hail 2005 taglia 44. Rider da marzo 2005.

Per la prossima stagione Nitro ha sviluppato il promodel di Eero Ettala non come variante di una tavola “di serie” (nel suo caso, Misfit/T2) ma come tavola a sé.



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  Al centro la tavola fa un 24.8, che per un rider come me potrebbe non essere il meglio, cosa che ho comunque limitato portando lo stance al massimo consentito dalle boccole. Per l’occasione l’ho abbinata agli attacchi Nitro della nuova collezione, di cui già solo l’estetica mi ha molto colpito: via il look “plasticoso” per fare spazio ad una base in metallo lucido abbinata a dei fascioni in gomma “stile neoprene” che con il loro aspetto opaco fanno un bel contrasto. Purtroppo le condizioni di prova non sono state il massimo (neve durissima al limite del ghiaccio) ma nonostante questo il mezzo si comportato più che bene. La tavola ha un flex longitudinale e torsionale decisamente rigido rispetto a quella con cui giro normalmente, che si abbina ad un pop di tutto rispetto: basta fletterla poco ollando, che la tavola reagisce quasi di forza spingendoti in alto. Di conseguenza, sul kicker provato all’Easysnowpark di San Pellegrino non ho spinto più di tanto e mi sono lasciato sparare dalla transizione, ottenendo comunque dei risultati di tutto rispetto. In particolare, la rigidità della tavola fa sì che ci si senta quasi su un binario nell’approcciare il salto, il che aiuta ad entrarci dritti e senza curve che possono pregiudicare sicurezza e stabilità una volta usciti dal kicker. In conclusione, la tavola tendenzialmente perdona poco e richiede di un po’ di polso per essere condotta come si vuole, il che mi porta dritto dritto all’elemento di collegamento tra rider e tavola, ovvero gli attacchi. Per essere un attacco da freestyle, il Raiden Blackhawk ha una reattività quasi da all-mountain, nel senso che reagisce abbastanza bene alle sollecitazioni imposte e le trasmette alla tavola senza assorbirle eccessivamente. Uno dei fattori di questa reattività è sicuramente il fascione superiore, la cui superficie avvolge comodamente il piede e, di conseguenza, trasmette adeguatamente le spinte imposte; ottima anche la fascetta di punta che ormai può essere usata sia nella maniera tradizionale che in punta: io personalmente preferisco quest’ultima per il comfort che ne deriva, e che comunque in questo attacco non ne pregiudica le prestazioni, visto che resta stabilmente in posizione senza arretrare salendo pericolosamente lungo il piede nella posizione classica. Per quanto riguarda la base, benché io non sia un amante del sistema Raiden (per cui il gas pedal deve essere smontato se si vogliono cambiare le regolazioni dell’attacco), ho trovato quest’ultima molto comoda, capace di ammortizzare bene il piede negli atterraggi evitando quindi la trasmissione di fastidiose (e pericolose) vibrazioni al corpo.

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